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“Indagine su Gesù” di Antonio Socci


Antonio Socci al Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese, il 27 febbraio 2009

Presentazione, dello stesso Socci, del testo di Antonio Socci “Indagine su Gesù”.

Antonio Socci è uno scrittore sicuramente scomodo, talmente cristiano (a udir lui) da negare che Papa Francesco sia l’attuale papa, ma che lo sia ancora Ratzinger.

Forse ha trasformato il suo cristianesimo in ideologia? Chi sa…!

Sta di fatto che il suo testo, “Indagine su Gesù” è bellissimo e, all’epoca, lo dedicò a Don Luigi Giussani e a Don Julian Carron; mi sa che oggi non farebbe una cosa del genere, visto che ha inviso anche lo stesso Carron (leggasi gli articoli del suo blog)…

Comunque è assolutamente necessario scrivere un articolo, in questo blog, del saggio del Socci. Mi ricordo che mi stupì come, con argomentazioni semplici e lineari dimostrasse l’esistenza, ragionevolmente certa del Cristo.

Chiesa: a che punto siamo?


Questo è un articolo che non vorrei scrivere. …perché scriverlo, allora?

Perché voglio che cosa sia chiaro, almeno nelle intenzioni, il mio giudizio su questo momento storico della Chiesa.

Parto da un fatto: Antonio Socci è intransigente nei confronti dell’attuale Papa Francesco, da lui chiamato “Papa Egoglio“; facendo riferimento al fatto che a detta del Socci, l’attuale pontefice nutre un ego smisurato.

Un esempio dello strapotere dell’ego del Papa starebbe nel fatto che non si inginocchia né innanzi al Santissimo né innanzi alla croce; lo si può vedere benissimo che è così dal seguente video: non si inginocchia.

Benedizione speciale “urbi et orbi”, 27 marzo 2020

Il Papa sbaglia poiché non si inginocchia e dunque agli occhi di un fedele pecca?

Lo faccio anch’io. Pecco continuamente. Non dico che poiché io pecco dunque gli altri sono giustificati a peccare anch’essi, dico solo che siamo esseri umani ed anche il Papa si confessa; dunque ha peccato anche lui, e lui entrando nel confessionale ammette i suoi peccati.

Avrei molta paura nel seguire una persona talmente diversa da me che non contempla nel suo vivere il peccato, il cadere, l’essere creatura limitata e dunque bisognosa dell’abbraccio misericordioso del Cristo.

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