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Prevedo ma non vedo


Lavoro con persone molto stressate, causa il momento storico: tutti chiedono mascherine e gel per le mani, siamo addietro con gli ordini.

Oggi all’ennesima presa di posizione bestemmiatoria, “ma Dio…!“, mi è sorta una domanda, son voluto andare fino a fondo a quella imprecazione. Perché il mio collega sta imprecando? Perché la realtà non è come la vorrebbe lui, non rientra nei canoni della propria previsione di quello che accade realmente. Dunque come un bambino che sbatte i piedi per una evento non previsto, così da grande non si battono i piedi ma is impreca contro Dio per un evento non desiderato.

Per inciso: una volta una persona mi disse: “imprecare è un bene perché si riconosce colui che crea la realtà e le circostanze”. Nella sua paradossalità è vero anche questo, certo che per riconoscere Iddio dietro le circostanze che avvengono, la strada della bestemmia mi sembra la strada meno educativa e rispettosa.

Personalmente non bestemmio, ma c’è comunque in me una sorta di non voler accettare la circostanza dovuta al fatto che prego chiedendo che la circostanza non volga per il peggio o che comunque non sia contraria alle mie previsioni; penso che tutto questo sia una sorta di moralismo.

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Pellegrinaggio Macerata Loreto 2010


Prego sotto le stelle. Cammino, cammino da diverse decine di chilometri. Sono madido di sudore, ho gore di umidità mista a sudore sulla pelle di tutto il corpo. Fa caldo, la strada che percorriamo ci porta nei pressi di una farmacia: 24° ed è notte inoltrata, le 3:07 segna un orologio posto sotto un’insegna.

Persone ai lati della strada ci guardano e cantano pregano all’unisono al ritmo dei nostri rosari. Quante volte ho pregato: 4 rosari? 5 rosari? non lo ricordo.

Testimonianze e preghiere. Canti e silenzio per raccoglierci in una preghiera muta, solitaria, personale.

Ho sulle spalle uno zaino contenente due maglioni, un quaderno per gli appunti, una bottiglia d’acqua di due litri. Oramai ho consumato più della metà delle mie scorte d’acqua: il caldo umido causato dalla camminata e di una bellissima notte estiva mi obbliga a pere spesso.

Mi giro a sinistra e vedo un’amica a destra un’altra persona a me cara, come tetto abbiamo il firmamento, canto, prego, mi raccolgo in silenzio.

E non mi fermo.

Nemmeno quando entro in ambulanza; ho il piede destro che oramai non si alza più da terra.

Non mi fermo.

Il corpo è stanco e il cuore riposa in pace.

Meglio di un sogno. Un’ideale.

L’Ideale che non è destinato a fermarsi.

Perché noi portiamo il fuoco.

E non ci fermiamo.

Pellegrinaggio Macerata-Loreto 2010